No, assumere un robot come cameriere non è una buona idea


Hi-Tech, Nuove tecnologie, Società / mercoledì, Maggio 4th, 2016

Il mondo della robotica affascina un po’ tutti: il cinema ci ha spinto a immaginarci gli androidi come robot-assistenti sempre più simili agli essere umani, capaci di farsi carico delle attività quotidiane meno piacevoli o di dedicarsi ai famosi “lavori-che-nessuno-vuole-fare”. La realtà è che, ad oggi, i robot sono più che altro dei goffi mix di metallo e plastica, in grado di imitare ben poco gli esseri umani nelle capacità manuali. E l’hanno imparato a caro prezzo anche un paio di ristoratori cinesi.

La colpa questa volta non è di gatti finiti sul piatto, roba fritta indigesta o biscotti della fortuna dal sapore suola-di-scarpa™. Bensì proprio di robot, che i nostri simpatici eroi dagli occhi a mandorla hanno pensato di utilizzare al posto dei classici camerieri umani. Il perché di una scelta simile è facile da intuire: zero stipendi, zero malattie, zero ferie, zero bisogno di riposo, zero rispostacce ai clienti scorbutici, mance tutte per il proprietario e tanta aria di novità per attirare i clienti più curiosi, con incassi pronti ad aumentare esponenzialmente.

Il risultato è stato però l’opposto: ristoranti chiusi per fallimento e tanti saluti all’idea di ristorazione hi-tech. Perché? Beh, semplicemente questi innovativi e costosissimi robot erano incapaci di prendere le ordinazioni e eseguire le operazioni più semplici, come portare i piatti al tavolo o versare l’acqua in un bicchiere.

robot

Ma se scelte del genere denotano perlomeno una scarsissima attitudine agli affari per questi due malcapitati cinesi, la domanda che dovremmo davvero porci è: siamo pronti ad accogliere i robot nella nostra vita?

Se ci limitiamo a considerare robot tutti quei piccoli elettrodomestici che ci danno una mano in casa, come le aspirapolvere automatiche o i tuttofare per la cucina come il Bimby, la risposta è sì. Ma se per robot intendiamo gli umanoidi elettronici dal cuore di silicio allora no, non lo siamo per niente. Chi infatti prova ad accelerare i tempi resta scottato, per usare un eufemismo, ad ulteriore dimostrazione che i tempi sono ben lontani dall’essere maturi.

Che ci piaccia o no, serviranno ancora decenni di sviluppo prima di poter pensare di metterci in casa un maggiordomo di plastica e anche allora non avremo la certezza che sia davvero la soluzione migliore ad alleviare le nostre fatiche. Perché un androide, per quanto sofisticato, non sarà mai in grado di percepire i sapori unici delle pietanze che ci cucinava la nonna, né riuscirà mai a emulare il calore dell’abbraccio di un’amorevole tata al nostro bimbo. Non sarà mai in grado di sostituire le menti più brillanti a capo di multinazionali, così come non avrà la malizia del meccanico sotto casa, che con un pezzo di nastro adesivo e una brugola è capace di rimettere in sesto qualsiasi auto attempata.

Quello che la tecnologia non potrà mai compensare è proprio la mancanza di quella scintilla che ci rende umani, che ci rende vivi e unici. Sicuramente un giorno potranno darci una mano nella vita di tutti i giorni, così come già lo fanno gli elettrodomestici di oggi, ma non saranno mai capaci di sostituirci a casa o al lavoro. Per quanto simili a noi, saranno sempre solo macchine. Anche se forse, a conti fatti, fossero stati loro a capo di quei due ristoranti cinesi avrebbero probabilmente fatto meglio delle loro controparti umane…

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Abits.it