La tecnologia, che si basa su un sistema a telecamere infrarosse, due segnali video in HD e una CPU dedicata per la gestione dei dati raccolti dalle immagini, analizza i lineamenti del nostro volto, per determinare la nostra espressione e capire se possiamo presentare un pericolo per la sicurezza degli altri.
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Un sistema che potrebbe poi evolversi per abbracciare le già esistenti tecniche utilizzate dalle vetture per capire quando il conducente è a rischio “colpo di sonno”, evitando altre spiacevoli conseguenze. Quello che non è ancora chiaro è quali saranno le azioni intraprese dall’automobile al riconoscimento del nostro stato d’animo non proprio “tranquillo”. Potrebbero essere semplicemente emessi segnali d’avvertimento acustici e visivi (che forse potrebbero far alterare ancora di più il conducente) o, nei casi più estremi, prendere addirittura il controllo della guida riducendo la velocità o spingendoci a fermarci per riprendere il controllo.