“Il posto fisso è monotono”. Monti, ma che cazzo dici?


Società / giovedì, Febbraio 2nd, 2012

Ok, probabilmente è vero, il posto fisso non ti tiene sulle spine. Non ti da la sensazione di dover vivere alla giornata, di doverti reinventare ogni giorno per arrivare a domani e probabilmente fa anche poco “braveheart”. Ma cazzo, dire che è monotono quando non si hanno neanche i soldi per piangere è una presa per il culo bella e buona. E ti spiego perché.

Un conto sarebbe stato affermare che il posto fisso è una realtà sempre più difficile da raggiungere, specialmente in un mercato internazionale che non può più permettere di pagare stipendi a vita, per colpa di un’economia che non dà certezze assolute sul futuro a supporto delle aziende, che devono decidere (anzi, scommettere) sul proprio futuro: ogni volta che assume un dipendente deve decidere se tenerlo con sé per sempre oppure no. E vista la situazione degli ultimi anni non si può certo biasimare i datori di lavoro che sono riluttanti a sottoscrivere contratti a tempo indeterminato ai propri dipendenti. Un conto è invece provare a rivendere un contratto del genere come “noioso” o “monotono”. Proprio per il riferimento alla situazione economica internazionale.

Non l’ho proprio capita. Cioè, quella battuta che scopo aveva? Sperava forse di far cambiare idea a qualche folle, che sarebbe corso dal proprio datore di lavoro gridando “voglio una vita più eccitante, mi dia un contratto di 2 mesi!”? Oppure voleva solo far sorridere? E che cazzo c’è da sorridere? Le battute e l’ironia erano caratteristiche appartenenti ad un altro premier, non si confonda Signor Monti. E sappiamo tutti che fine ha fatto. Ma non è che mi incazzo solo perché non sono riuscito a sorridere alla battuta di Monti, forse non l’ho proprio capita (me lo auguro!), mi incazzo perché ho sempre sostenuto che la “politica” del neo-premier per risollevare le sorti del nostro paese, che dopo decenni e decenni di debito pubblico incontrollato vede forse una soluzione, che passa per una dura strada, nel ripagare quel debito, potesse essere quella giusta: è ovvio che il sacrificio è l’unica via che può portare questo paese fuori dalla crisi più nera che il nostro paese abbia mai incontrato, anche se ci si può sedere attorno ad un tavolo a discutere su quali sacrifici andavano fatti e quali evitati. Non starò a sottolineare che legalizzare le puttane e far pagare le tasse anche ai preti, oltre che provare a puntare di più sulle tasse di lusso e contributi di solidarietà vari, potessero essere una soluzione migliore e più apprezzata dagli italiani, e magari prevedere un piano per la crescita più definita. Il discorso qui è che senza un lavoro, col cazzo che te le paghiamo le tasse, Mario.

Ok, possiamo sbatterci a fare lavori occasionali o semplicemente senza un contratto a tempo indeterminato, ma credi davvero che con l'”eccitazione” di dover vivere alla giornata si possano pagare bollette, rate del mutuo, libri per la scuola, medicine e compagnia bella? Certo, se non ho i soldi non faccio un mutuo, non chiedo un prestito per l’auto nuova, ma probabilmente non troverò nemmeno un proprietario disposto ad affittarmi la casa, visto che non sarò in grado di assicurare i pagamenti, o non riuscirò a cambiare la macchina e dovrò rinunciare a tanti altri lavori, dal momento che sarei limitato negli spostamenti. Ma, cosa peggiore, sarei in balia delle speculazioni. Un datore di lavoro troverebbe sempre qualcun altro disposto a svolgere la stessa mansione per uno stipendio inferiore a quello a cui punto, e allora ecco una pericolosa reazione a catena, che ci porterebbe a lavorare come “schiavi” per uno stipendio da fame. Già, che noia il posto fisso. Dipendere dagli altri senza la minima certezza su come riuscire a costruire il proprio futuro deve essere sicuramente eccitante! Altro che “Into the Wild”, “Tempo Determinato” potrebbe essere il nome giusto per una pellicola per gente che vuole vivere una vita diversa, per sentirsi vivo.

Ma non diciamo cazzate. Probabilmente Monti voleva davvero fare solo una battuta per sdrammatizzare, senza ponderare realmente le proprie parole. Ma se gli italiani devono rimboccarsi le maniche e fare i sacrifici senza poter contare su un lavoro sicuro, beh, allora stiamo parlando di pura utopia. Fino a quando il nostro sistema non sarà concepito per un mondo del lavoro “precario”, è impossibile pensare di poter rinunciare al contratto a tempo indeterminato. Solo quando anche i precari avranno la garanzia di essere tutelati dallo stato il discorso di contratto per la vita potrà essere messo in discussione. Ma in un paese dove, ad oggi, un individuo ha un piccolissimo potere solo se ha un lavoro fisso è impossibile pensare ad una situazione opposta. Cioè, perché devono essere i lavoratori per primi a mettersi in discussione? Quando lo stato sarà strutturato per un mercato del lavoro “precario” allora ok, ci adegueremo. Ma fare il contrario è impossibile. Significherebbe mandare sul lastrico milioni di persone. Del resto negli altri paesi del mondo in cui questo sistema è più collaudato il “precariato” è affrontato in modo ben diverso. E funziona. Ma come al solito in Italia c’è chi vuole emulare gli altri paesi, senza però lo “sbattimento” del lavoro necessario a raggiungere quell’obiettivo. Quanto è facile parlare da lassù, eh? Come quell’altra che manda in vacca le pensioni.. e piange! TU piangi?? TU?? Vorrei inserire un’emoticon per rendere l’idea del mio sbigottimento, ma non l’hanno ancora inventata.

Inoltre, Signor Monti, si ricordi che chi ha un contratto a tempo indeterminato si è rotto il culo per ottenerlo, nella stragrande maggioranza dei casi. Ha sudato, si è rimboccato le maniche e ha dato il meglio di sé. E le assicuro che non è stato “noioso” e “monotono” ottenerlo. Quindi un po’ di rispetto verso tutti gli italiani che hanno di fronte anni di duri sacrifici per ripagare questo debito pubblico di merda. E invece di sparare idiozie su quanto poco sia eccitante un lavoro fisso, si dedichi a trovare soluzioni per la crescita di questo paese. E se proprio preferisce un mercato del lavoro senza posti fissi, faccia le ore piccole per fare sì che in Italia si possa campare più che decentemente anche con un contratto a tempo determinato, invece di lasciare che siano i cittadini a preoccuparsi di trovare un modo per farlo. Ma tutto il mio discorso poteva essere risparmiato. E’ sufficiente prendere atto di chi ha sostenuto la sua battuta. E’ alto 1.43 ed è un ometto davvero “simpatico”.