Mondo Tech intervista Marco Scialdone: basta censure ad Internet nel nostro paese


Informatica / mercoledì, Maggio 25th, 2011

Molti di voi saranno sicuramente incappati almeno una volta in una qualche pagina web non accessibile in Italia, inibita da un “cartello” che spiega, senza entrare troppo nello specifico, i motivi di tale blocco. Quello che invece molti non sanno è che questi siti potrebbero essere arbitrariamente oscurati da AGCOM senza che venga seguito alcun procedimento penale dalle istituzioni del caso se una nuova delibera in tal senso dovesse essere approvata.

Sì, perchè l’accesso a queste pagine web verrebbe bloccato a seguito di violazioni dei diritti d’autore nei confronti delle major del settore dell’intrattenimento senza dare la possibilità a chi è accusato di difendersi come previsto dalle nostre leggi in caso di qualsiasi tipo di persecuzione penale. Cosa ancor più grave è che queste decisioni non sarebbero condivise con i cittadini, che non verrebbero informati di quello che sta accadendo, e apparentemente con i principali organi governativi del nostro paese che guardano dall’altra parte. Un’altra particolarità assurda di tutta questa situazione è che nel resto d’Europa tutti questi siti sono perfettamente raggiungibili: all’estero infatti il blocco di pagine web illegali può essere decretato giustmente solo ed esclusivamente dopo regolare processo.

Fortunatamente non tutti restano a guardare di fronte a questo vergognoso tentativo di censura. Uno dei principali sostenitori di questo movimento anti-censura è Marco Scialdone, un avvocato in Diritto dell’Informatica e di Internet, in prima fila per portare all’attenzione dell’opinione pubblica questa situazione e per tentare di contrastare la messa in atto della delibera realizzata da AGCOM. Abbiamo avuto l’opportunità di rivolgergli qualche domanda, per aiutarci a comprendere meglio a cosa siamo di fronte e come affrontarlo nella tutela dei nostri diritti di cittadini:

1. Quali sono i siti internet attualmente non accessibili dal nostro paese?

Per ordine dell’autorità giudiziaria sono inaccessibili, ad esempio, The Pirate Bay o Btjunkie, entrambi sequestrati in maniera anomala, cioè ordinando ai provider italiani di inibire l’accesso a questi siti a livello dns ed ip. I siti restano perfettamente visibili fuori dai confini Italiani, sono sempre lì, continuano a funzionare, ma in Italia non li si può vedere.

2. Chi e perché impone queste limitazioni nella fruizione dei contenuti veicolati dalla rete?

Al momento queste limitazioni sono imposte dall’autorità giudiziaria nell’ambito di procedimnenti penali. Si tratta sempre di misure cautelari disposte in attesa del giudizio di merito. Lo scenario che si profila è che, invece, possa essere un’autorità amministrativa, l’Agcom, a disporre tali misure senza, ovviamente, quelle garanzie per la difesa proprie del processo penale.
La delibera 668/2010 dell’Agcom in corso di adozione prevede, infatti, che su segnalazione dei titolari dei diritti, l’Autorità possa ordinare ai provider di inibire l’accesso ai siti collocati all’estero accusati di violare il diritto d’autore: nessun vaglio preventivo della magistratura, anche se le condotte contestate continuano a costituire reato nel nostro ordinamento.

3. Quali gravi conseguenze può portare questa complicata situazione?

Le conseguenze, soprattutto in caso di adozione della delibera AGCOM cui facevo cenno, sono che l’autorità giudiziaria venga messa da parte in una materia così delicata a tutto nocumento dei diritti della difesa e della possibilità per i comuni cittadini di accedere a contenuti perfettamente leciti. Basti pensare che, a seguito dell’inibizione (sia pur disposta dalla magistratura!) di the pirate bay, gli internauti italiani non possono più leggere il blog del sito che aveva uno straordinario carattere informativo. Immaginate cosa possa succedere laddove ad intervenire sia un’autorità amministrativa!

4. Esistono soluzioni o strade praticabili dagli utenti italiani per aggirare questi blocchi? se sì, si tratta di operazioni legali?

Certamente. Consiglio di visitare il sito del progetto TOR (http://www.torproject.org) per rendersi conto di quanto sia semplice e perfettamente legale aggirare questi filtri, proteggendo al contempo la propria privacy. Va ricordato, infatti, che ciò che costituisce reato è la condivisione di materiale protetto dal diritto d’autore senza il consenso dei titolari dei diritti. Tuttavia un sito come then pirate bay può essere utilizzato per accedere a materiale lecito, come ad esempio software libero oppure opere rilasciate con licenza Creative Commons. Peraltro, secondo gli stessi dati forniti dall’industria discografica, almeno l’11% del materiale cui si può accedere tramite the pirate bay è perfettamente legale.

5. Esistono istituzioni o figure a livello internazionale che possano intervenire?

Più che istituzioni, esistono associazioni che a livello internazionale si occupato di difendere i diritti degli internauti: penso alla Electronic Frontier Foundation (EFF) americana per esempio.
In Italia una realtà molto attiva è Agorà Digitale (www.agoradigitale.org).

6. Quali sono le principali iniziative che state intraprendendo per combattere questo fenomeno?

Abbiamo realizzato un sito e lo abbiamo chiamato provocatoriamente “sito non raggiungibile” (www.sitononraggiungibile.it): da lì è possibile aderire ad una grande raccolta firme con cui si chiede all’AGCOM di fermarsi e di non adottare la delibera con cui si autoattribuirebbe poteri sanzionatori in materia di diritto d’autore.

7. Come possono essere d’aiuto i cittadini e gli utenti internet italiani?

Innanzitutto informandosi e rimanendo vigili. Internet è il frutto di precise scelte tecniche che l’hanno resa uno straordinario strumento di innovazione. Ora si rischia che quelle scelte siano poste in discussione e che, dunque, ci si trovi con un Internet che assomigli molto più ad una televisione in cui alcuni contenuti si possono “vedere” in Germania ma non Italia, altri in Francia ma non in Spagna ecc.
Se vi sta a cuore Internet, pensate che ogni piccola azione conta: aderite alla campagna www.sitononraggiungibile.it e non rinunciate a fare sentire la vostra voce.
Gandhianamente, siate il cambiamento che volete veder accadere nel mondo.

Ringraziando di cuore Marco Scialdone per averci concesso un po’ del suo prezioso tempo e per l’importante lavoro che sta svolgendo, chiediamo a tutti voi di sostenere questa causa, fondamentale per la tutela dei diritti di tutti i cittadini ed in particolare di noi internauti.