In un momento sociale delicato come questo, in cui la discussione sul riconoscimento dei diritti delle comunità LGBT è sempre più accesa, un episodio del genere è davvero il triste specchio di una società (quella italiana in particolare) che si riscopre terribilmente omofoba e retrograda, ma che continua a fingere di non esserlo. Se infatti le persone omosessuali, bisex, tansgender sono ogni giorno più unite e convinte nella lotta per il riconoscimento dei propri – legittimi – diritti, altrettanti bigotti, razzisti e omofobi non perdono occasione per sputare idiozie dalle loro bocche, nel tentativo incomprensibile di tenere il nostro paese ancorato ad una mentalità chiusa più affine ad un paese governato da religiosi integralisti – vedi ISIS – che ad uno stato laico come il Bel Paese.
Ma questi sono, appunto, solo bigotti, razzisti e omofobi. Non si nascondono, sono riconoscibili e, per quanto irritanti, destinati molto presto a restare soli a ribollire nel proprio odio. No, molto peggio sono tutti quelli – la maggior parte, ahimè – che “no, io non sono contro i gay, anzi, ho amici omosessuali, sono tanto simpatici..”, come si stesse parlando di animaletti da compagnia. Perché è chi non si rende conto di quanto delicato sia il tema che provoca i danni maggiori. Si tende a chiudere un’occhio pensando non sia nulla di grave, che nessuno si possa offendere, che tanto ci sono cose più importanti a cui pensare.
Quello che deve far incazzare ogni persona con un briciolo di cervello in questo paese non è tanto l’insulto in sé che Sarri ha rivolto a Mancini, ma le motivazioni che l’allenatore napoletano ha dato per minimizzare l’accaduto: “era un insulto di rabbia”, “non mi ricordo nemmeno cosa gli ho detto”, “mi sembra un’esagerazione”. È proprio il ritenere superficiale un insulto come “gay, frocio, finocchio” che rende chiaro quanto lavoro di sensibilizzazione si debba ancora fare in Italia. Pensare che non si tratti di fatti gravi è ancora più bieco e ignorante dell’insulto stesso, perché chi lo fa non è in grado di comprendere la complessità del problema omofobia, di capire quante persone soffrono per una presa di posizione della nostra società incredibile per quanto è stupida.
Forse non ci è chiaro che la discriminazione – e mi riferisco a chi dice “c’è di peggio a cui pensare che ai diritti dei gay” – è alla base della stragrande maggioranza dei problemi del nostro mondo: è la discriminazione razziale che porta alle guerre di buona parte del globo, è la discriminazione religiosa che dà origine a movimenti terribili come lo Stato Islamico, padre dell’odio che vediamo scaturire nei sanguinosi conflitti in medio-oriente che producono migliaia e migliaia di profughi – e ci chiediamo ancora come sia possibile, da dove nasca tutto questo.
Non si può dire “eh, va beh, non volevo offendere nessuno”, perché così lo si offende ancora di più, si dimostra di non avere il minimo rispetto della causa per cui molti soffrono ogni giorno. E chi non rispetta automaticamente offende, perché non aiuta ad arginare il problema, non aiuta a far capire quanto è grave, lasciando che anche gli altri lo sottovalutino. Bisogna indignarsi davanti a queste scene, bisogna incazzarsi, bisogna urlare. Bisogna puntare il dito contro chi non ha la sensibilità di rispettare chi lo circonda. Bisogna smetterla di far finta di niente. Bisogna smetterla di perdonare l’omofobia, specialmente quando velata, specialmente quando è un personaggio pubblico a darne dimostrazione.
Molti si lamentano di vivere in un paese bigotto e ottuso, ma quel paese è formato da noi, dalle persone. È ora di aprire la mente, o continueremo tutti – o quasi – a ragionare come il Sig. Sarri, che di signore però in questo caso ha ben poco. Tanta stima – da milanista – a Mister Mancini, per il modo chiaro in cui ha voluto denunciare l’episodio, tra l’altro rispondendo in un secondo momento all’insulto del collega con “mi ha dato del finocchio, sarei orgoglioso se fosse così..”. Chapeau.
Se volete insultare qualcuno, dategli dello stronzo. Nessuno stronzo si è mai venuto a lamentare.