Arriva sul mercato la protesi retinica bionica


Nuove tecnologie / giovedì, Marzo 10th, 2011

Sono serviti oltre 20 anni per sviluppare questo incredibile dispositivo bionico, che finalmente ha ottenuto l’approvazione della Comunità Europea per il suo impiego nel settore clinico e in quello commerciale.

Si tratta di una protesi retinica creata per permettere alle persone che hanno perso la vista a causa di malattie degenerative di tornare a vedere, almeno parzialmente. Un risultato incredibile, un passo epocale nel campo della medicina che conta pochi precedenti simili e dove lo sviluppo tecnologico è stato assolutamente fondamentale.

Robert Greenberg, CEO di “Second Sight”, l’azienda californiana che ha sviluppato questo incredibile dispositivo, afferma che “questo segna l’inizio di un’era in cui la vista potrà essere ripristina a livelli sempre più sorprendenti”. Walter Wrobler della tedesca Retina Implant AG non nasconde l’entusiasmo, dichiarando che questa approvazione consentirà a centinaia di persone affette da malattie come la retinite pigmentose di ritrovare la speranza per recuperare la vista.

Questa protesi bionica, il cui nome è Argus II, utilizzano una speciale telecamera montata su un paio di occhiali che invierà via wireless ad un microchip impiantato vicino alla retina le immagini catturate. Questi segnali vengono inviati ad un array di elettrodi impiantati che stimolano le cellule della retina, producendo luce nel campo visivo del paziente. Questa tecnologia può dunque essere utile a tutti i pazienti la cui malattia degenerativa agli occhi ha colpito la capacità dei fotoricettori di risultare sensibili alla luce e che però non va colpire le restanti cellule della retina, proprio come per la retinite pigmentosa. Per differenti tipologie di malattie che portano alla cecità al momento purtroppo questa protesi non può essere utile.

Al momento questi speciali occhiali sono in grado di restituire ai pazienti in questione solo una parte della visibilità, comunque sufficiente per individuare oggetti, vedere i soggetti di fronte a loro e seguirne i movimenti, individuare porte e finestre, seguire linee e, nei casi migliori, leggere lentamente grandi stampe. In ogni caso un traguardo insperato e di grande valore per queste persone.

Queste limitazioni visive sono dovute alla scarsa capacità della protesi di fornire elettrodi, per un massimo di 60. Eberhart Zenner, direttore dell’Istituto di Ricerca di Oftalmologia presso l’Università di Tubinga, in Germania, ha confermato di essere al lavoro per lo sviluppo di un prototipo simile capace di fornire fino a 1.500 elettrodi, con tutti i benefici alla vista che ne conseguono. Questo nuovo prototipo dovrebbe poi utilizzare una tecnologia ancora più avanzata che, a differenza della telecamera su occhiali esterna di Argus II, dovrebbe utilizzare dei microchip con fotodiodi sensibili alla luce impiantati direttamente negli occhi.

Second Sight ha inoltre annunciato di essere al lavoro su matrici più grandi. Secondo l’azienda statunitense Argus II è un grandissimo prodotto, che ha dimostrato anche di essere estremamente duraturo all’interno del corpo umano, grazie ai test effettuati su 30 pazienti.

Il costo di questo incredibile dispositivo non è però alla portata di tutti: oltre 82 mila euro. Inizialmente verrà distribuito solo da poche cliniche in Svizzera, Francia e Regno Unito e Second Sight è in attesa di ricevere il benestare Food and Drug Administration americana per iniziarne la distribuzione anche negli Stati Uniti per il 2012.