Un miglioramento che porterebbe a risolvere, almeno in buona parte, il difetto delle immagini scure e poco definite che afflige le proiezioni di film in 3D nelle sale. Perchè “un contenuto 3D richiede frame più elevati a causa della sua caratterstica stroboscopica, con effetti luminosi che devono essere più accentuati nelle immagini tridimensionali piuttosto che in quelle 2D” afferma Jon Landau al The Hollywood Reporter.
Cameron e Landau sottolineano il fatto che nel mrrcato dell’elettronica di consumo si trovino già numerosi dispositivi capaci di registrare filmati con frame rate tra i 48 e i 60 fps, che però vengono per lo più utilizzati per riprese in slow-motion da riprodurre a 24 fps. La proposta è quella di utilizzare i frame originali per il normale playback della immagini.
Landau infine precisa che questa scelta andrebbe a migliorare non solo l’esperienza multimediale degli spettatori per il film 3D, ma anche per quelli in formato standard 2D.